domenica 27 marzo 2011

ADORATE ESTREMITÀ

Con il termine retifismo si intende quella particolare passione, più o meno smodata, per il piede femminile e tutto ciò che ruota attorno a questo piccolo e perfetto universo: scarpe, calze, smalti…
Il nome deriva dallo scrittore francese settecentesco Restif de la Bretonne, affetto anch’egli da tale meravigliosa “malattia”, le cui pulsioni non mancò di eternare nei suoi scritti.
Enigmatico ai più, ghettizzante per molti, l’oscurità di tale termine non può non essere apprezzata dal vero Retifista (che abbia letto o meno de la Bretonne, sfido a trovarne qualcuno tra l’altro). Costui infatti nel segreto e nella rimozione trova il suo vero habitat, come a trovarsi sotto un tavolo occupato da gentili signore dai piedi nervosi e a vari gradi scalzati.
Né, il nostro Retifista, può compiacersi di essere etichettato come “semplice feticista”, termine che comprende l’attrazione incontrollata e apparentemente illogica per pressoché qualsiasi cosa esista al mondo, dai gomiti ai guanti di gomma alle paperelle da bagno o addirittura (abominio!) ai piedi maschili!!!
Definito “ciuccia-alluci” o con altre simili volgarità dai duri e puri della Dominazione, il vero Retifista sorride e tace, conscio che la sottigliezza della sua Lussuria sarà per loro sempre incomprensibile.
Il Retifismo è forse tra le più comuni “perversioni” (si consenta di usare con orgoglio questo termine in altri casi patologico), ma come tutte le discipline ammette solo pochi accoliti al suo cuore esoterico.
In quel chiostro silenzioso, il Retifista si concede piaceri invisibili che vanno al di là dell’Umano. Lì, attraverso l’Eros e le sue pratiche Egli tramanda quei Misteri che costituivano il fulcro degli antichi culti delle Dee dell’Amore e del Piacere.
Sogni, forse, illusioni o semplici stupidaggini evocate dalla visione della nervosa caviglia di una segretaria che irritata scartabella pratiche e ticchetta al pavimento la sua insofferenza in un inconsapevole alfabeto morse che per il Retifista è pura delizia dei sensi.
Tutto questo il Retifista non se lo chiede, e semplicemente, come ammirando una delicata farfalla interiore, sfiora le ali di quel desiderio nascosto, banale e struggente al tempo stesso.
E, dentro di sé, sorride.

Fildor