Alle volte si scrivono cose che rimangono nel tempo, a cui non dici mai "non ti ho scritto io", cose che vorresti riscrivere oggi e che sai che le riscriveresti allo stesso modo
Prima pagina di taccuino
di Radaaria
lunedì 31 maggio 2004
L'eccitazione è quella della prima volta...
il primo quaderno, lo sfogli e ne senti la superficie con le dita, non ha segni,
è liscio e immagini quando sotto le dita sentirai i delicati solchi lasciati dal passaggio della tua mano ad incuneare... segni.
Come la prima volta con un nuovo schiavo.
Ed ogni volta è sempre come la prima volta.
Ed ogni volta è sempre diverso.
Lo sguardo che dice cose diverse e sempre uguali: "cosa mi vuoi fare?" "devo avere paura?" "posso stare tranquillo e lasciarmi andare?"
e il controllo che ancora mantiene odora di adrenalina
e vibra nelle mie narici eccitando il sangue che comincia a scorrere più fluido e batte il ritmo della musica che sto per suonare.
Il momento prima di cominciare è esaltante, non sai ancora se la musica sarà classica o sarà dark o rock e non sai ancora se lo strumento che hai davanti ti seguirà docilmente o avrà bisogno di essere accordato.
E il momento prima di cominciare è quello che mi piace far durare di più, che siano pochi minuti che sembrano ore o addirittura giorni, lasciando l'altro a pensare "ma forse non faremo mai niente, forse non gliene frega niente", lasciando che lo sguardo di desiderio si spenga nell'orgoglio o nell'incomprensione.
Allora, quando non se lo aspetta, arriva il primo segno, ed è come acqua gettata in faccia, uno squarcio di questa dimensione che porta in quel mondo... di segni.
R
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